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UN’ALBA DA MIA MADRE Dal balcone della mia casa, 17 marzo attorno alle sei Vito Teti
Autore:     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/08/2021 - Anno: 27 - Numero: 2 - Pagina: 30 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

NEL RICORDODI CATERINA GUARNA

Letture: 905               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

È certamente molto importante che l’uomo “sappia”, ma è pur vero che “l’uomo è ciò che
ricorda”. Non c’è ombra di dubbio!
Tra i tantissimi collaboratori de “La Radice” -sarebbe giusto aggiornare il lungo elenco
che abbiamo pubblicato nel 2014, festeggiando il ventennale- c’è Caterina Guarna, figlia
di Ciccio Guarna, badolatese nato a Badolato. La signora Caterina, nata a Catanzaro, s’era
laureata in Lettere alla Normale di Pisa, e ha messo su famiglia in Toscana, ma amava tanto
la sua terra d’origine dove aveva creato con il marito, toscano, una “seconda” dimora, seguita
nell’esempio dai figli.
Si conversava sovente con la professoressa Caterina, e si lavorava insieme non di rado.
Discreta qual era, non ci aveva mai detto di un suo fratello, Antonio, professore di Chimica
all’Università di Firenze: un altro accademico badolatese di cui non conoscevamo l’esistenza.
È stato lui a contattarci, dopo la dipartita della sorella, e a dirci di sé, dei Guarna, dei parenti De
Rosi. Recentemente, poi, ci ha fatto avere alcune fotografie di quadri dipinti dalla professoressa
Caterina: non sapevamo, in verità, che fosse anche pittrice, oltre che scrittrice, fotografa e
poetessa. Sia pur da profani, le opere pittoriche delle foto mandateci le troviamo belle. Una, in
particolare, ci ha colpiti: un bambino palestinese, argomento, tra l’altro, di una sua bella poesia
che noi abbiamo pubblicato quando lei ce l’ha mandata anni fa.
Era una donna impegnata, Caterina Guarna, nella cultura, nella politica, nella solidarietà.
In particolare seguiva la causa della martoriata Palestina, dove si è recata più volte. Voglio qui
ricordare, a tale proposito, che i non grassi proventi della vendita del suo libro Carmela, Teresa
e le altre, editato da “La Radice”, li ha mandati ai bambini palestinesi.
Nel suo ricordo, e quale doveroso omaggio alla sua memoria, a corredo della foto del dipinto
del bimbo di Gaza, riproponiamo agli amici lettori due sue belle poesie, già pubblicate in passato,
ma qui pertinenti perché riguardano uno dei drammi più tristi di questo nostro mondo, che la
professoressa Caterina avrebbe probabilmente definito con Pascoli “quest’atomo opaco del male”.

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
Affamati, imprigionati, terrorizzati
in terra di Palestina.
Bombardati a Gaza, ad Aleppo, a Sanaa,
lasciati annegare nel Mediterraneo,
strappati alle madri,
morti di freddo nei campi profughi.
Comprati e venduti, scomparsi nel nulla.
Non c’è bisogno di un novello Erode
per questa strage degli innocenti.
Basta la nostra indifferenza,
il nostro volgere lo sguardo altrove
la nostra complicità.
Caterina Guarna

GAZA
Siamo affezionati cultori della storia e della vita locale, ma anche cittadini del mondo e
non possiamo non fremere d’orrore davanti a guerre e massacri che colpiscono soprattutto
la popolazione civile e tra questi i più indifesi: donne e bambini. Io sono stata in anni non
lontani in Palestina e ho visitato i campi profughi di Gaza, dove vive una popolazione che da
lungo tempo soffre con grande dignità umiliazioni e miseria e che ancora una volta è stata
colpita in modo terribile: ho voluto dedicare alle sofferenze di questa gente questa mia poesia.

Rivedo
i volti dei bimbi ridenti
nei miseri vicoli,
gli occhi ardenti
del piccolo mutilato
che correva con la sua stampella,
le dita a V nel segno della vittoria,
il viso mite, già segnato
dal futuro destino
di giovane madre, forse ora già vedova,
della piccola Mariam.
Ritrovo
i sapori del cibo
offerto con generosità
e il calore dell’accoglienza
in case
che tali non potevano dirsi
Ricordo
la polvere delle strade
e le bandiere lacere
garrire nel vento
e le pietre lanciate da mani bambine
e le giovani madri,
e i vecchi, al sole,
immersi nei loro ricordi,
nell’eterno rimpianto
della terra perduta.
E la dignità e il dolore di quei volti
forse oggi sepolti
sotto le macerie di Gaza
mi straziano il cuore.
Caterina Guarna



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